NATURA

NATURA
spiagge di sabbia fine, mare, laghi e verdi sentieri della Riviera d'Ulisse

ARTE

ARTE
antichi fasti e capolavori per le strade di suggestivi borghi e città d'arte

TRADIZIONI

TRADIZIONI
prodotti tipici, mestieri, sagre e feste in cui vive lo spirito della nostra terra

ALBERGO

ALBERGO
visita il sito e organizza il tuo soggiorno all'Albergo Mediterraneo

Anche settembre al mare


A Terracina è il momento magico per chi concepisce la propria vacanza al mare come l’occasione perfetta per ritrovare pace e serenità in uno scenario naturale di sorprendente bellezza. Proprio quando l’estate volge al termine e la stagione turistica sta per concludersi, trascorrere qualche giorno in questa incantevole baia può rivelarsi un’esperienza indimenticabile.


Libera dai grandi numeri che affollano i lidi d’Italia durante le ferie di luglio e agosto, la Riviera d’Ulisse è un susseguirsi di spiagge di sabbia fine e dorata, promontori e rocce a picco sul mare, dune dal fascino selvaggio e macchia mediterranea.


Settembre è il mese perfetto per viverla nella sua versione più autentica.


Il cielo è azzurro, di tanto in tanto percorso da candidi cirri, l’aria è tersa, frizzante e ricca di iodio da respirare a pieni polmoni.

In riva al mare, la leggera brezza settembrina mitiga i raggi di un sole ancora caldo, capace di regalarci un’invidiabile abbronzatura ma senza eccessi di temperatura né fastidiose scottature.

Il silenzio e tranquillità delle spiagge fanno sì che il rumore delle onde che s’infrangono sulla battigia sia il sottofondo ideale per rilassarsi, leggere un libro e staccare la spina dai frenetici ritmi della quotidianità, mentre l’acqua cristallina diventa irresistibile per piacevoli nuotate, snorkeling e immersioni alla scoperta di splendidi fondali, grotte e preziosi siti di archeologia subacquea.

Per non parlare dei tramonti: solo a Settembre, quando la sfera infuocata del sole naufraga all’orizzonte, il cielo di Terracina si tinge di colori a dir poco inimmaginabili…











Ti aspettiamo!


I tesori della terra di Circe

“Un’odissea di emozioni”: è questa l’allettante promessa del ricco calendario di visite guidate, eventi e attività di didattiche e ricreative promosse dall’Istituto Pangea per svelare ai turisti (ma anche agli stessi abitanti) lo scrigno di tesori del Parco Nazionale del Circeo: il mare, la duna, le zone umide e i laghi, la foresta, il promontorio, le grotte e le ville e tanti altri paesaggi in cui il fascino naturale incontra suggestioni storiche e culturali.


Un giorno da imperatori a Villa Domiziano o di notte nel parco, quando si anima del canto degli uccelli notturno e anche il rumore di una foglia che cade può sembrare assordante…

A pelo d’acqua in canoa o gommone per solcare il blu di mare e laghi o tuffarsi con maschera e pinne alla scoperta di bellissimi fondali del Circeo…

Il paradiso dell’Arcipelago Ponziano, con Ventotene, il regno incontrastato dei colori e profumi della macchia mediterranea e l’isola di Palmarola dalle candide rocce vulcaniche…

Le proposte sono moltissime e, soprattutto, assicurano un taglio particolare ad ogni esperienza grazie al ruolo delle guide, vere e proprie interpreti ambientali, in grado di leggere il paesaggio per raccontarne il carattere e la storia, di tradurre il linguaggio della natura e stimolare la curiosità e la partecipazione attiva di grandi e piccini.



Terracina offre spunti per iniziative davvero creative:


Rocce vive

Una passeggiata nella valle di Campo Soriano per un’avvincente lettura del paesaggio geologico, dove formazioni rocciose dai nomi bizzarri caratterizzano un esempio di carsismo appenninico unico nel suo genere.

Date: domenica 25 luglio- martedì 10 e domenica 22 agosto 2010

L’appunto è alle ore 17:00 al Piazzale della Stazione Ferroviaria

Costo: € 7,00 adulti e € 4,00 bambini dai 6 ai 12 anni


La montagna a due passi dal mare

Dalla Ciana a fonte Santo Stefano fino a toccare Monte Giusto, un percorso ad anello che permette un trekking ad alta quota fra pascoli e boschi di leccio, promettendo splendidi scorci sulla Pianura Pontina e sul lago di Fondi e il piacere di fresche sorgenti.

Date: venerdì 30 luglio – domenica 1 e giovedì 19 agosto 2010

L’appunto è alle ore 8:00 al Piazzale della Stazione Ferroviaria

Costo: € 10,00 adulti e € 6,00 bambini dai 6 ai 12 anni

N.B. È necessario portare scarpe da trekking e pranzo al sacco ed è consigliato avere con sé acqua e un cappellino.


La notte delle paure

Lupi mannari, fantasmi buoni e dispettosi, figure senza testa si affacciano ai balconi o passeggiano sulle antiche mura di Terracina.

Un percorso alternativo, tra leggende e racconti da brivido, per scoprire angoli nascosti di una città dai mille volti.

Date: venerdì 13- martedì 17 e venerdì 27 agosto - venerdì 3 e 17 settembre 2010

L’appuntamento è alle ore 21:00 al Piazzale della Stazione Ferroviaria

Costo: € 7,00 adulti e € 4,00 bambini dai 6 ai 12 anni


Sui passi di antichi pellegrini

Un tracciato di più di 2000 anni fa si affaccia su paesaggi mozzafiato: si percorre parte dell’antica via Appia e si costeggia la cinta muraria del I secolo, attraversando un paesaggio che è frutto dell’interazione millenaria tra l’opera dell’uomo e quella della natura. È la strada che gli antichi pellegrini che si recavano al tempio di Giove Anxur percorrevano già due secoli prima che fossero costruite le mura.

Date: lunedì 2, giovedì 12 e sabato 28 agosto – mercoledì 1 e sabato 18 settembre 2010

L’appuntamento è alle ore 17:00 al Piazza Municipio

Costo: € 7,00 adulti e € 4,00 bambini dai 6 ai 12 anni


La locanda dei racconti

Prima di avventurarsi nella “terra di nessuno”, i viaggiatori sostavano presso Porta Napoletana raccontando le disavventure di chi aveva già attraversato lo stretto lembo di terra a sud di Terracina infestato dai banditi.

A distanza di un secolo, spietati briganti, viaggiatori paurosi e ricche dame intraprendenti prenderanno di nuovo la parola…

Date: domenica 8 e giovedì 25 agosto 2010

L’appuntamento è alle ore 21:00 al Parco della Rimembranza

Costo: € 10,00 adulti e € 6,00 bambini dai 6 ai 12 anni



Consulta il programma integrale "Un'odissea di emozioni nella terra di Circe 2010"


Vivi il mare in barca a vela e yacht

Terracina è la cittadina ideale per trascorrere una vacanza tranquilla all’insegna di mare e sole, da godere in uno dei suoi colorati stabilimenti balneari…

Se però siate anche amanti di un contatto più attivo e intenso con la vita da “marinai” o semplicemente volete andare alla scoperta delle meraviglie del golfo –dalle acque cristalline di Gaeta e Sperlonga al fascino epico del promotorio del Circeo o sino alla bellezza selvaggia dell’arcipelago Ponziano- ecco alcune proposte selezionate per voi dall’Albergo Mediterraneo:



Passeggiata a vela

Un’escursione di un paio d’ore con istruttore a bordo, per veleggiare lungo il litorale di Terracina, cullati dalla brezza salata del mattino o ammaliati dallo spettacolo del tramonto in mare…

Capienza max: 4 adulti

Costo: € 60,00



Corso di vela

15 ore di lezione con istruttori della Federazione Italiana Vela per avvicinarsi all’ambiente marino, conoscere e rispettare gli elementi naturali e imparare a farli interagire con la barca a vela.

Formula settimana

5 lezioni, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13

Formula 2 week end

4 lezioni, sabato e domenica dalle 10 alle 14

I corsi sono composti da un minimo di 3 a un massimo di 5 allievi, d’età compresa tra i 7 e i 90 anni.

Costo: € 200,00 (sono inclusi la tassa di iscrizione all’Associazione pari a € 25,00 e la tessera Federvela di € 50,00)



A bordo di un Conam 50 piedi

È l’occasione più esclusiva per un’indimenticabile gita in mare lunga la Riviera d’Ulisse o per navigare sulla rotta delle isole Ponziane…


Agosto

Giornaliero: € 2600,00

Week end: € 3800,00

Week end lungo (da venerdì a domenica o da sabato a lunedì): € 5400,00

Capienza max: 6 posti letto

I costi sono compresi di skipper, pulizia finale e biancheria.

Sono escluse le spese di carburante, cambusa e ormeggi.

Madonna del Carmine, la festa del mare di Terracina

La festa della Madonna del Carmine è l’anima marinara della spiritualità e del folklore terracinese.

Nel 1852 la devozione alla Beata Vergine Maria del Carmelo portò alla nascita dell’omonima Confraternita, la congregazione laicale della Chiesa del S.S. Salvatore dedita alla carità, alla preghiera e alle messe di suffragio per le anime del Purgatorio: un culto intensamente sentito e condiviso dalle famiglie numerose dei pescatori del Borgo Pio, spesso venuti dal Regno di Napoli e intrisi della religiosità popolare del Sud Italia.











Appartiene da più d’un secolo ai confratelli e alle consorelle il vanto di rinnovare, ogni anno, la festa in onore della Madonna che, apparsa al profeta Elia sul meraviglioso monte Carmelo (come narrano le Sacre Scritture), è divenuta all’inizio del '900 la protettrice dei pescatori di Terracina, insieme al compatrono San Rocco.


La terza settimana di luglio, nel giorno del sabato, i membri della Confraternita insieme ai fedeli e a numerosi turisti e visitatori prendono parte alla messa solenne nella Chiesa del S.S. Salvatore.

Al termine della cerimonia, alcuni devoti portano in spalla la statua della Vergine in visita ai rioni e i quartieri della Marina, addobbati con luci e bandierine colorate. Al seguito, la lunga e suggestiva processione di rappresentanti delle istituzioni cittadine, uomini, donne, bambini e anziani, credenti e curiosi, accompagnati dal corpo bandistico della Città di Terracina.










Il percorso disegnato per la Beata Vergine prende poi la via del mare: il sole è quasi sceso sotto la linea dell’orizzonte quando la processione giunge al molo dove ad attendere la santa statua ci sono le barche dei pescatori. Vestite a festa, le paranze navigheranno per quattro o cinque miglia lungo la costa finché, nei pressi del Circeo, saranno gettati in mare fiori e una corona d’alloro in memoria dei caduti in mare.


Infine, seguita a bordo o dalla spiaggia, la processione rientra nel porto salutata da una stupefacente successione di fuochi d’artificio.



A terra, è cominciata da un po’ la Sagra del Pesce e la festa popolare, fatta di bancarelle, sfizi gastronomici, spettacoli e divertimento su tutto il litorale.






Tanto tempo fa…

Sono tanti e a volte singolari i giochi descritti nell’archivio diocesano che corredavano la celebrazione religiosa della Madonna del Carmine: dall’estrazione della tombola nel primo pomeriggio alla corsa dei cavalli su via Roma, dalla cuccagna in mare, con un palo orizzontale di sette-otto metri piazzato sulla prora di un barcone e unto di grasso, alla corsa delle barche o persino la caccia alle oche lanciate nello specchio d’acqua antistante il molo…


La festa del mare, 2010

Quest’anno il mare ha portato a riva una sorprendente kermesse all’insegna della musica: Meg, Giardini di Mirò, Giorgio Canali e Rossofuoco, Appaloosa, Alessandro Fiori e tanti altri artisti si esibiranno in una tre giorni di concerti, il cui gran finale sarà affidato a Eugenio Bennato & Taranta Power, genio della musica popolare italiana e cantore della tradizione folkloristica del Mediterraneo.


* Tutte le immagini sono tratte dai reportage fotografici "Gente di mare" e "Terra di preghiera" di Luca Orilia


La shopping list del turista gastronomico

Le cose assolutamente da assaggiare a (Terracina e dintorni)


È la lista delle prelibatezze che ogni buon turista gastronomico deve tenere a mente, quando si trova da queste parti.

Come tutte le regioni d’Italia, la nostra è terra di buongustai e sono circa 350 i prodotti tradizionali che da monti, mare e campagne nutrono il piacere della tavola laziale.

Oltre un centinaio solo nella provincia di Latina.


A cominciare dalla mozzarella di bufala campana.


Il termine mozzarella deriva da “mozzare”, ossia il gesto di tagliare a mano la pasta filata stringendola tra il dito indice e il pollice. Già nel XII secolo i monaci del monastero di San Lorenzo in Capua erano soliti offrire ai pellegrini un pezzo di pane con sopra una “mozza”…


Oggi la mozzarella di bufala campana DOP è prodotta in otto province tra il Lazio e la Campania e in alcuni comuni del foggiano. È fatta esclusivamente con latte fresco di bufala, sale e caglio: il colore bianco perlato, l’elasticità della consistenza, la freschezza e l’intensità del sapore, ne fanno la regina della cucina mediterranea, da gustare sola o magari in una splendida “caprese” con pomodoro a fette e basilico.


Se di formaggi tipici e deliziosi ce ne sono davvero molti (dal pecorino romano –altro prodotto DOP- alla marzolina, le ricotte e le varie caciotte e caciottine di mucca, pecora e capra), è pur vero che sono accompagnati da altrettanto pregiati salumi: guanciale, coppiette (ossia carne secca di cavallo, suino e bovino), vitellone di Itri, prosciutto di Bassiano e prosciutto cotto al vino di Cori, per non parlare della diatriba sulla salsiccia più gustosa che ha per protagoniste le città di Fondi e Monte San Biagio, entrambe meritevolissime.



Dal canto suo, il golfo di Terracina offre la sua straordinaria varietà di proposte di pesce: ogni giorno, nel primo pomeriggio, la flotta di “paranze” (i pescherecci più grandi e tecnologici) e le piccole “rezzetelle” rientrano nel porto e portano all’asta casse colme delle specie ittiche che popolano le acque lungo la costa.


A seconda del periodo, si tratta soprattutto di pesce bianco e azzurro di taglia piccola e media, di polpi, seppie, calamari e crostacei.



Da provare: per gli amanti della tradizione, ci sono spaghetti con le sarde, zuppa di pesce, frittura di paranza, tiella di Gaeta (una speciale torta salata con fantasiosi ripieni di pesce e verdure) e tante ricette a base di “pesce povero”; mentre per i gourmet più raffinati ed esigenti, niente di meglio di una regale grigliata di scampi e gamberoni rossi, accanto a saporiti tranci di pesce san pietro, ricciola o rana pescatrice.


Mani in pasta, ed ecco che la sapiente arte delle massaie d’un tempo si rinnova nei laboratori dei pastifici artigianali: paccheri e mezze maniche, strozzapreti, tonnarelli e maltagliati nascono dall’impasto semplicissimo di acqua e farina e sono le paste fresche perfette per primi piatti conditi da succulenti sughi di carne e pesce.


Bonificato negli anni ’30, l’Agro Pontino è un caleidoscopio di frutta e ortaggi che cambia al ritmo delle stagioni.


Tra i prodotti di eccellenza, il carciofo di Sezze, la zucchina romanesca con il fiore, i broccoletti sezzesi, il sedano bianco di Sperlonga, la cicerchia di Campodimele, le “puntarelle” di Gaeta, la lattuga signorella di Formia, il kiwi di Latina, la fragola favetta e l’uva moscato di Terracina, l’arancio biondo di Fondi, i fichi secchi di Sonnino e, ancora, angurie, aglio, cipolle, carote, pomodori, peperoni, melanzane,fagioli, lenticchie, spinaci e castagne di qualità.

Un discorso a parte meritano le olive: c’è quella bianca di Itri e quella nera di Gaeta, ci sono le olive al fumo, in calce e cenere, in salamoia o piuttosto spaccate e condite.


Dalla molitura della cultivar itrana si ricava l’olio extravergine di oliva delle Colline Pontine DOP, delicatamente fruttato e con una piacevole sensazione di amaro e piccante.


Per finire dolcemente, una carrellata di dolci accompagna il viaggiatore del gusto nell’assaggio di biscotti secchi e torte da forno tipiche, il cui profumo invadeva le strade del paese nei giorni di festa: tozzetti, ciambelloni, mostaccioli con noci, nocciole e miele millefiori, ciambelle di magro e serpette di Sermoneta, crostatine di Sezze con marmellata di visciole, paste di mandorla e ciambelle all’acqua di Maenza, sciuscelle di Gaeta ricoperte da una glassa di zucchero e cacao profumato con spezie aromatiche…




Quanto a Terracina, bisogna rendere omaggio al tortolo di Pasqua, la cui ricetta (di non facile realizzazione soprattutto nella delicata fase della lievitazione) è stata tramandata oralmente per generazioni, e alla bontà delle ciambellette al vino, fatte con zucchero, farina, olio, semi di anice e vino moscato di Terracina.


A tal proposito, va ricordato che questo vino nasce dal vitigno che i coloni piantarono nelle terre della Magna Grecia e che fu proprio quest’uva a scrivere un capitolo meraviglioso della storia della nostra città: agli inizi del secolo scorso, nel periodo della vendemmia, treni carichi di uva moscato partivano ogni giorno dalla stazione di Terracina alla volta di Roma e di lì raggiungevano i grandi mercati nazionali e esteri.

Profumato e dolce, il moscato di Terracina ha dato un tempo ricchezza e fama alla cittadina ed è oggi il vino DOC, che accompagna piatti a base di pesce e crostacei, oltre ad essere servito come piacevolissimo aperitivo.


P.S. Per chi volesse portare a casa un gustoso ricordo di questo viaggio, ecco pronti a mo’ di gadget gastronomico una serie di delizie in vasetto: marmellate di agrumi, di uva fragola e di visciole, miele di eucalipto, pesche o percoche sciroppate o, se preferite il salato, alici marinate e sotto sale, carciofini e melanzane sott’olio.



Un’idea carina, no?!




















La Cattedrale: un viaggio tra gli strati di una storia millenaria



La nostra prima passeggiata insieme premia la ricchezza storica e artistica dell’acropoli, la città alta.

Siamo a Piazza Municipio, un tempo Foro Emiliano: in epoca romana era questo il centro della vita politica e sociale, come raccontano la pavimentazione in lastre di calcare, i resti del Capitolium e gli scavi al Teatro romano.




Consacrata nel 1074, anche la maestosa Cattedrale di San Cesareo sorge sui fasti di una basilica romana a cinque navate. Sul corso dell’antica via Appia, San Paolo sarà probabilmente passato da queste parti per raggiungere Roma e dare vita alle prime comunità cristiane, mentre Sant’Epafrodito sarebbe stato il primo vescovo della città: leggende forse, ma che insieme alle colonne romane,gli archi, le volte e i dipinti medioevali, i fregi marmorei e i mosaici di gran fattura sono la testimonianza preziosa ed affascinante della storia plurimillenaria di Terracina.


Il 9 maggio 2009, grazie alla generosità della cittadinanza e alla sensibilità della Cei e della Regione Lazio, ha avuto inizio uno dei più importanti interventi di restauro della Chiesa, allo scopo di restituirle lo splendore originario.

A un anno di distanza, sono già moltissime le meraviglie che possiamo ammirare.



Saliamo i venticinque gradini che ci introducono al portico che, come il campanile in stile romanico, risale al XII-XIII secolo: sei colonne di granito rosso e grigio d’età romana e i capitelli ionici sorreggono la trabeazione con colorati fregi musivi e l’arco trionfale a tutto sesto.






Ancora sette gradini, e ci lasciamo avvolgere dall’atmosfera sacrale e il rispettoso silenzio in cui i restauratori operano pazienti sotto i nostri occhi.





Marino Di Leta, titolare dell’omonima ditta dei lavori, ci guida alla scoperta di bellezze che erano state ormai dimenticate, se non finora sconosciute.

La navata centrale è separata dalle due laterali da due file di colonne collegate da archi a tutto sesto:





“Abbiamo pulito e ripristinato i capitelli, alcuni dei quali addirittura mancanti, tinteggiato i muri e restaurato gli affreschi della volta a botte”.




























Mentre scomparivano però grigiore, macchie e crepe, ecco spuntare sotto gli strati d’intonaco un misterioso dipinto che, con colori tenui, ritrae il volto di un Santo.


“Non è stata l’unica piacevolissima sorpresa… – confessa sorridendo Di Leta – Sulle pareti della navata laterale sinistra sono venute alla luce diverse figure medioevali, così come sembrerebbe essere completamente affrescata la Cappella dell’Addolorata”.



Percorriamo la navata centrale, ora in contemplazione della rinata copertura e ora con lo sguardo rivolto all’intarsio di marmi che contraddistingue lo stile cosmatesco della pavimentazione.








Dinanzi a noi, l'altare maggiore realizzato nel 1729 con colonne provenienti dalla Chiesa di Santa Maria de Posterula e un baldacchino in cuoio e legno:






“Abbiamo restaurato anche questo – precisa Di Leta – e, dal momento che stiamo guardando in questa direzione vi faccio notare anche la nuova veste della cupola”.


Conosciuta per il suo blu intenso, è stata riportata alla delicatezza della colorazione originaria.




Anche il coro fu costruito nel 1700, sfondando l’abside dietro l’altare.





I lavori di restauro si sono concentrati sulla statua di San Pietro, che era divenuta completamente nera a causa di un passato trattamento, e sugli affreschi alle pareti e sul soffitto, che ricordano un avvenimento storico di grande importanza:








nel 1088 Terracina fu sede del primo conclave tenutosi fuori Roma, in cui fu eletto al soglio pontificio Urbano II, banditore della prima crociata.


È sempre nel coro che sono emersi frammenti e tracce di mosaici.



























Torniamo indietro e, al margine della navata destra, lo sguardo è nuovamente rapito.

L’ambone, da cui venivano proclamate le Sacre Letture, i Salmi e la Parola del Signore, è retto da cinque colonnine poggianti sul dorso di leoni.




























Subito accanto la colonna tortile è un vero gioiello dell’arte decorativa medioevale, deputata a ospitare il cero pasquale, simbolo della luce di Cristo Risorto che vince le tenebre della morte e del male.













“C’è ancora da fare –ci tiene a sottolineare il direttore del cantiere – soprattutto per il restauro delle cappelle”.

E noi non mancheremo di aggiornarvi sui progressi, i ritrovamenti e il recupero dei tesori della Cattedrale.